Bussano alla porta (2023)

Articolo a cura di Dani Ironfist

BUSSANO ALLA PORTA (2023)

Ho sempre avuto un rapporto un po’ complicato con il cinema di M. N. Shyamalan, da una parte ho sempre trovato il regista di origini indiane un mostro di bravura dietro la macchina da presa, le inquadrature e profondità di campo da sempre eccezionali ma spesso mi ha lasciato perplesso a livello di scrittura soprattutto per le scelte di come imposta molti finali dei suoi film, anche “Bussano alla porta” non fa eccezione a riguardo, ma ci arriviamo tra poco.

“Old” nonostante qualche imperfezione è stato per me uno dei migliori film del 2021 ed era molta l’attesa per “Bussano alla porta”, film con sceneggiatura liberamente tratta dal romanzo di Paul G. Tremblay, “La casa alla fine del mondo”.

Ambientato interamente in una remota casa per le vacanze in riva a un lago, “Bussano alla porta” rappresenta il ritorno a una forma del cinema di Shyamalan capace di creare tensione e aspettativa per gli avvenimenti che accadranno successivamente e di tenere incollati allo schermo.

Incontriamo quindi nella sequenza iniziale la piccola Wen (Kristen Cui), una bambina che cerca grilli sulla veranda. Dall’oscurità della foresta emerge Leonard, un uomo muscoloso e occhialuto interpretato da Dave Bautista. Amichevole all’inizio, Leonard avverte presto di un’imminente apocalisse che solo Wen e i suoi padri (Jonathan Groff, Ben Aldridge), che si stanno rilassando nel retro del loro chalet, sono in grado di prevenire. Insieme a tre compari armati pesantemente, Leonard li tiene in ostaggio mentre chiede loro di scegliere di porre fine alla vita di uno della loro famiglia per salvare l’umanità da un imminente apocalisse.

Questi invasori non vengono descritti immediatamente come fanatici. Redmond (Rupert Grint) potrebbe essere un po’ aggressivo, ma gli altri, Leonard, Sabrina (Nikki Amuka-Bird) e Adrianne (Abby Quinn), sono dolenti e dispiaciuti nelle loro richieste. E così, segue il tortuoso dilemma di “Bussano alla porta”: Eric e Andrew si fidano delle parole dette da estranei che piombano in casa loro? E quella fiducia vale la fine della loro famiglia?

M. N. Shyamalan mette in scena un home invasion con molte risonanze che riportano a “Signs” del 2002, dove ben sapete gli “invasori” in quel caso erano gli alieni, con la sempre costante presenza del rapporto famiglia e figli.

Con il suo stile inconfondibile Shyamalan riesce sempre a tenere alta la tensione per tutto il film grazie ai movimenti della macchina da presa e al suo modo di inquadrare persone e oggetti. Il clou di tutto questo l’avevo già descritto anche nella recensione di “Old” che potete leggere qui.

Shyamalan non spreca nulla con il suo stile di ripresa, proprio come faceva il grande Alfred Hitchcock dimostrando che ha compreso in pieno il cinema del maestro.

La recitazione di tutti gli attori è eccezionale, in particolare spicca quella di Dave Bautista, perfetto nel ruolo di Leonard e il modo in cui viene spesso inquadrato lo fa sembrare un omone gigantesco. Dave è il miglior wrestler prestato al cinema donando al film un’interpretazione intensa ma anche gli altri attori non sono da meno.

Come dicevo ad inizio recensione M. N. Shyamalan ha sempre avuto qualche problema con i finali dei suoi film e anche “Bussano alla porta” non fa eccezione. Se in “Old” non mi aveva convinto un finale scritto in fretta e furia, qui è l’esatto contrario. Nonostante sia scritto in modo eccellente non mi è piaciuto che dei fanatici che irrompono in casa tua con una teoria assurda possano avere ragione, lascia intendere che i cosiddetti “complottari” hanno ragione. La cosa positiva è che la famiglia di Wen, nonostante sia una famiglia omogenitoriale, viene presentata come una famiglia del tutto normale. I papà di Wen alla fine agiscono e fanno le stesse scelte e hanno lo stesso amore nei confronti della figlia e reciproco né più né meno di una famiglia tradizionale. Purtroppo, come si intuisce dai dialoghi, i genitori di Wen sono in lotta perenne con il mondo intero a causa dell’omofobia dilagante.

Avrei quindi preferito un finale diverso ma questo non intacca assolutamente il valore di “Bussano alla porta”, un film che incarna le atmosfere alla Hitchcock e di cui M. N. Shyamalan già dal suo debutto aveva dato segno di questa sua grande abilità.

“Bussano alla porta” è sicuramente al momento uno dei migliori film del 2023.


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