Old (2021)

Articolo a cura di Dani Ironfist

OLD (2021)

C’era molta attesa da parte mia per questo nuovo film M.N Shyamalan, talentuoso regista di origine indiane.

Film come “Signs”, “The village”, “Split” e “Unbreakable – Il predestinato” mi avevano colpito per il suo stile di regia molto vario nonostante ritenga Mr. Shyamalan un regista un po’ troppo bipolare.

In questa pellicola Shyamalan è anche produttore e sceneggiatore mentre il soggetto è stato preso dalla graphic novel di Pierre Oscar Levy e Frederick Peeters, “Il castello di sabbia”.

Il film racconta di un gruppo di persone in vacanza in una zona tropicale, ben presto però scopriranno che la spiaggia appartata dove si trovano li sta facendo invecchiare rapidamente.

Old” conferma in parte le mie attese, se da una parte lo stile di regia è mantenuto su ottimi livelli non si può dire altrettanto per quanto riguarda la sceneggiatura, purtroppo quello che abbassa l’asticella sono i dialoghi che a tratti risultano banali e fastidiosi, ci sono trovate durante il film come quella del neonato che ho trovato poco rilevante nel contesto narrativo del film e un finale buttato lì troppo frettolosamente.

Un finale non proprio azzeccatissimo che ci spiega tutto in pochissimi minuti ma questo molto probabilmente è derivato dai tempi di realizzazione ristretti a causa di un uragano che ha completamente distrutto il set durante le riprese e prontamente ricostruito.

Come dicevo in precedenza nonostante questi difetti il film mi è piaciuto, la regia di Shyamalan è veramente ottima con dei movimenti di macchina da presa di grande spessore e inquadrature dall’alto veramente spettacolari grazie ad una bellissima ambientazione e ad una fotografia eccellente.

Grazie anche ad un ottimo montaggio il regista di origine indiane riesce a creare una buona tensione riuscendo a tenere incollato allo schermo lo spettatore nonostante i difetti descritti in precedenza.

Nel cast troviamo l’ottimo e giovane attore Alexx Wolf (protagonista nei due capitoli “Jumanji” e nell’esordio di Ari Aster “Hereditary – le radici del male”), Gael Garcìa Bernal e la bravissima Vicky Krieps.

In conclusione, un buon film da vedere e che mette ancora in mostra il talento di M. N. Shyamalan dietro la macchina da presa ma dal quale mi aspetto ancora quel grande salto che gli manca o per lo meno un ritorno alla qualità dei suoi primi lavori.

Un film che nonostante alti e bassi si lascia vedere con piacere e si candida ad ogni modo tra i migliori del 2021.

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