La Abuela (2021)

Articolo a cura di The Crystal lake girl

LA ABUELA (2022)

Suzanne è una modella, bella e giovane, alla quale manca pochissimo per sfondare definitivamente. Lavora sodo a Parigi, ma è sempre in contatto con la nonna a Madrid.

 La donna l’ha cresciuta dopo la morte dei genitori e quindi le è molto affezionata. Un giorno le viene comunicato che la nonna ha avuto un ictus. Ora non è più autosufficiente. L’unica che può aiutarla è proprio Suzanne.

 Che ovviamente lascia Parigi e torna a Madrid per trovare una soluzione. L’idea è di ritornare al più presto al suo lavoro di modella, dopo aver trovato una badante per la nonna.

 Le cose invece prenderanno una piega alquanto inquietante. Tra incubi, ricordi che riaffiorano e gli strani comportamenti della nonna stessa.

La vita, un cerchio che inizia con la nascita e si chiude con la morte, passando per l’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta e la vecchiaia.

 La vecchiaia è forse la fase più difficile e strana. Ancora non lo posso confermare, ma immagino lo sia.

Eppure qui non siamo di fronte al confronto tra una giovane donna e un anziana, tra l’altro scheletrica e abbastanza inquietante anche solo nelle scene più semplici. Non c’è un gran sottotesto. Non posso e non voglio rivelare troppo ma, in effetti c’è, un piccolo confronto tra nonna e nipote, ma è molto labile e, diciamo, non ha molta importanza nella storia.

Quello che Paco Plaza vuole comunicare, è il crescente senso di disagio di Suzanne, che in quella casa è cresciuta, ma che ora non vede l’ora di lasciare. Sì perché quella casa ora la vede in maniera molto diversa. Sono affiorati ricordi strani e che la spaventano, e gli incubi sono sempre in agguato. Unica pecca di questo film è che svela tutte le sue carte praticamente dopo la prima mezz’ora, pecca che sicuramente i più esigenti troveranno molto declassante.

 Io personalmente non così tanto.

 La sceneggiatura è solida, i pezzi del puzzle sono tutti al loro posto alla fine del film. C’è la giusta atmosfera ed inquietudine. E, anche se sappiamo come andrà a finire, non possiamo fare altro che aspettare e vedere.

Quando si riesce a tenere alta l’attenzione anche in un caso simile, vuol forse dire che il regista voleva così. Renderci spettatori di qualcosa di annunciato, e che probabilmente non si può fermare.

 C’è modo e modo di presentare le cose, Paco Plaza lo fa alla sua maniera e tira fuori un ottimo film.

 Il cast, tutto al femminile lavora in maniera egregia, soprattutto le due protagoniste, così vicine, perché parenti, ma anche così lontane vedremo alla fine.

La Spagna è ancora un buon posto per l’horror.


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