Dario Argento – Panico (2023)

Articolo a cura di Dani Ironfist

DARIO ARGENTO – PANICO (2023)

“Dario Argento – Panico” è un docufilm diretto da Simone Scafidi e prodotto dalla Paguro Film di Giada Mazzoleni. Il film segna anche il ritorno di Simone e Giada a collaborare insieme dopo il bellissimo “Fulci for Fake” del 2019, docufilm incentrato sulla vita e la carriera di Lucio Fulci.

“Panico” non si discosta molto da “Fulci fo Fake” come stile ma se nel docufilm dedicato a Lucio Fulci avevamo Nicola Nocella nel doppio ruolo di attore e intervistatore ad impersonare il terrorista dei generi, in “Panico” è proprio lo stesso Dario Argento ad interpretare sé stesso.

I fan più affezionati del maestro sanno che di solito Dario Argento per la stesura della sceneggiatura dei suoi film si isola dal mondo e si trasferisce in solitaria in un Hotel lontano dal caos cittadino.

“Panico” inizia proprio così, insieme al suo agente decide di tornare in un albergo per concludere la sua nuova sceneggiatura e per essere intervistato da una troupe che sta girando un film che parla di lui. Le cose però non vanno come previsto e Dario Argento non si sente a suo agio, mentre cerca di trovare la tranquillità sia per terminare la stesura del suo film, sia per confidarsi con chi lo sta intervistando. Ma il demone del cinema, che non lo ha mai abbandonato lo spingerà, ancora una volta, a darsi totalmente e a esorcizzare tutti i suoi demoni del passato.

Interessante il lavoro e la ricerca di Simone Scafidi per raccontare la storia di uno dei nostri maestri più amati e stimati in Italia e nel resto del mondo.

Il docufilm è diviso in tre capitoli che ripercorrono gran parte della sua carriera (soprattutto gli anni 70 e 80) e i film più celebri, ad inizio film sono presenti subito interventi di Guillermo Del Toro, Gaspar Noé e Nicolas Winding Refn tutti e tre con parole di enorme stima nei suoi confronti come a rimarcare l’importanza di un regista del suo calibro.

Il primo capitolo è incentrato sulla genesi del regista, viene raccontato l’inizio carriera prima di mettersi dietro la macchina da presa compresa l’amicizia che lo legava a Sergio Leone per il quale aveva scritto la sceneggiatura di “C’era una volta il West” fino ad arrivare al suo esordio con il giallo “L’uccello dalle piume di cristallo”, il tutto è intervallato dalle interviste alla sorella di Dario, all’ex moglie Marisa Casale e allo stesso Argento che, all’interno dell’hotel, si confida con la troupe che lo sta intervistando.

Il secondo capitolo è incentrato sulla parte più horror della sua carriera che va da “Suspiria” a “Opera”, a tal proposito ci sono parti in questo capitolo che risultano a tratti molto commoventi, soprattutto l’intervento dell’attrice Cristina Marsillach, protagonista in “Opera” del 1987, in cui racconta, visibilmente emozionata, la sua esperienza con Dario Argento.

Nel corso della prima e seconda parte assisteremo anche a filmati d’epoca alternati al presente con Dario Argento intento ad esorcizzare i suoi demoni che sembrano farne preda anche in tempi odierni e il tutto è condito da interventi di amici e colleghi da Michele Soavi a Luigi Cozzi fino ad arrivare a Claudio Simonetti, autore di gran parte delle colonne sonore.

La terza e ultima parte del film è invece più incentrata sulla famiglia e sulle figlie Fiore e Asia. Quest’ultima si confida molto davanti alla videocamera, si mette a nudo per raccontare sé stessa e il rapporto, non sempre semplice, con il padre che era anche regista sul set di molti film che la vedevano protagonista.

La parte più interessante è senz’altro quella in cui emerge il contrasto tra il giovane Dario Argento euforico ed entusiasta per quello che sta creando e il Dario Argento di oggi. Il regista in questo film si mostra più fragile e con una voce sottile e rende perfettamente l’idea della persona che è ora. È un dualismo questo che si ripete spesso durante il film: il maestro delle origini innovatore per lo stile di riprese e quello più soft di oggi.

Simone Scafidi dopo il meritato successo di “Fulci for Fake” torna con un docufilm che farà sicuramente la gioia dei fans più accaniti e sarà al tempo stesso una bella occasione per chi ha amato i suoi film di trovarsi di fronte, per certi aspetti, ad un inedito Dario Argento.

L’unica pecca è di aver saltato la collaborazione con George A. Romero e la profonda amicizia che li legava ma rimane comunque un grande excursus sulla carriera di uno dei registi italiani più amati in tutto il mondo.

Come per “Fulci for Fake” anche “Dario Argento – Panico” uscirà nei prossimi mesi con Midnight Factory.

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