Vermin (2023)

Articolo a cura di Dani Iron Fist

VERMIN (2023)

Vi ricordate quel mitico cult dal titolo “Aracnofobia” del 1990? Il debutto alla regia del francese Sébastien Vanicek dal titolo “Vermin” prende spunto dal film di Frank Marshall e lo estremizza, realizzando così uno degli horror più frenetici ed efficaci degli ultimi anni che abbiamo visto in anteprima al Fantasticon film festival a Milano.

“Vermin” segna il debutto alla regia di Vanicek dopo una serie di notevoli cortometraggi, tra i quali spicca “Mayday”, un corto che raccontava la storia di un giovane in preda a violente crisi allucinatorie. (NB: I Patreon che hanno accesso ai nostri contenuti esclusivi possono vedere questo cortometraggio che abbiamo visto durante una puntata di “Into the short” sul nostro canale Twitch).

Il film è ambientato in un quartiere povero di Parigi dove il protagonista Kaleb (Théo Christine) vive. Kaleb alla soglia dei 30 anni si ritrova solo e a combattere una battaglia legale con la sorella a causa di un’eredità. Appassionato di insetti sogna di aprire un rettilario e un giorno torna a casa con un ragno raro e velenoso che si lascia sfuggire. Il ragno darà il via ad una vera invasione che invaderà tutto il palazzo. Kaleb dovrà lottare tutta la notte contro il tempo e contro i ragni, che diventano sempre più grandi, per salvare la sorella e i suoi amici. Ma dovrà scontrarsi anche con qualcosa che va oltre il suo immaginario.

Tutti i problemi interpersonali che dovranno affrontare i giovani protagonisti sono uno dei principali motivi per cui “Vermin” funziona. La sceneggiatura di Sébastian Vanicek e Florent Bernard non si concentra solo su paure e morti basate sugli aracnidi, ma, in realtà, si prende il tempo per farti entrare nelle paure di questi personaggi, e qui va fatto un plauso agli sceneggiatori che, finalmente, hanno dato vita ad un film horror dove si riesce ad approfondire i personaggi. All’inizio del film, la festa d’addio nell’appartamento della sua vicina e amica che si sta per traferire, aiuta a stabilire le dinamiche del gruppo e il cameratismo tra tutti loro. Questi personaggi sono alla fine un affiatato gruppo di amici, sono una famiglia con Kaleb che si dimostra anche solidale con gli abitanti del palazzo. Tutto questo rende ancora più tragico ciò che accade nel film.

Ma è la prova dei giovani attori che lascia il segno, soprattutto quella Théo Christine è molto forte offrendo un performance straziante nei panni di un giovane che cerca di capire quale sarà il suo posto nel mondo. Thèo Christine riesca a catturare ogni tumulto emotivo e riesce così a farti entrare nel cuore di Kaleb mentre continua ad affrontare le conseguenze violente dei suoi errori nella vita. Questa non è una horror/comedy sui ragni assassini, ma un film che vuole davvero darti un pugno al cuore mentre centinaia di gambe pelose ti scivolano sul corpo e iniziano a mietere vittime.

Poi, ovviamente, i ragni fanno paura eccome! Sono realizzati con una sorprendente CGI che viene tra l’altro mescolata con l’utilizzo anche di veri ragni. Sono lontani ormai i tempi di “Aracnofobia” dove era palese l’utilizzo di ragni marionette, era comunque il bello del film di Frank Marshall che era però più classificabile come una horror/comedy.

In “Vermin” il ritmo è frenetico grazie ad una buona idea di montaggio e a una sceneggiatura che funziona e non lascia un attimo di respiro fino ad arrivare ad un finale pazzesco nel quale i nostri giovani protagonisti dovranno affrontare un’altra minaccia, probabilmente, più pericolosa dei ragni stessi.

Chiudendo la recensione, “Vermin” è una potente scarica di adrenalina che vi lascerà inchiodati allo schermo per tutta la sua durata e va dato atto al regista Sébastien Vanicek di aver confezionato uno degli horror più sorprendenti di questo ultimo periodo.

Il film uscirà nei prossimi mesi con Midnight Factory, etichetta horror di Plaion Pictures.

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