Ennio (2021)

Articolo a cura di Dani Ironfist

ENNIO (2021)

Con il groppo in gola mia accingo a scrivere questa recensione, si perché dopo aver visto questo meraviglioso docufilm realizzato da Giuseppe Tornatore l’emozione è stata così tanta che me la porto dietro da giorni, a rincarare la dose poi c’è stata la rewatch di “C’era una volta il West”, l’immensa epopea western diretta dal grande Sergio Leone nel 1968.

Chi scrive è cresciuto con i film di Sergio Leone e mi ricordo ancora le corse per finire la cena alla svelta poiché i film in tv negli anni 80 iniziavano alle 20,30 e mio padre fino alle 20,00 non arrivava dal lavoro e così puntuale come un orologio svizzero al suo arrivo a casa l’esclamazione: “oh stasera c’è il film di Sergio Leone in televisione!”, e quando il film partiva la musica del maestro Ennio Morricone tuonava tra le nostre quattro mura.

La visione di questo docufilm è stata in un certo senso come rivivere quei momenti, momenti che grazie al connubio musica/film mi hanno fatto innamorare della settima aerte a tutti gli effetti.

“Ennio” è un film documentario sulla vita di Ennio Morricone, con lo stresso Ennio protagonista nel raccontare la sua vita (il film è stato realizzato qualche anno prima della sua scomparsa) dai primi passi nel mondo della musica come trombettista fino all’oscar del 2016 per il film di Quentin Tarantino, “The hateful hate”.

Durante il film ci sono interventi di vari artisti che hanno collaborato con il maestro sia nel campo musicale sia nel campo della settimana arte.

Sentiremo così interventi di Gianni Morandi (le musiche di alcuni suoi successi come “In ginocchio da te” sono state realizzate da Morricone) e altri suoi colleghi che criticavano la sua scelta di dedicarsi alle colonne sonore dei film, critiche che sono state prontamente smentite dal genio creativo del maestro cambiando così il coccetto di musica per film.

Si passa dalla prima parte dedicata alla musica leggera e classica per arrivare poi alla seconda e più ampia parte dedicata al cinema.

Ed è proprio da qui che mille emozioni si scatenato con le immagini dei film e la musica del maestro che si integra perfettamente con le immagini e ne amplifica le emozioni.

Dagli archivi Luce spuntano vecchie interviste tra cui anche il ricordo di Sergio Leone, uno dei registi italiani che adoro di più per aver realizzato delle opere monumentali e qui non possiamo non parlare del connubio musica/immagini. Tanta è la solennità e la profondità con la quale le musiche di Ennio Morricone accompagnano ogni singolo fotogramma che Sergio Leone ha realizzato nella sua, purtroppo, breve carriera.

C’è spazio anche per il racconto di Roland Joffé a riguardo la colonna sonora di “Mission” e la scandalosa notte degli Oscar del 1987 dove il premio per la miglior colonna sonora fu assegnato a Herbie Hancock con una colonna sonora “non originale” e con il maestro che lasciò la sala indignato tra i fischi del pubblico rivolti all’Accademy ed è meraviglioso sentire il maestro accennare alle sue musiche con la sua voce.

Ennio Morricone ricevette soltanto due oscar l’oscar: una alla carriera nel 2007 e l’altro nel 2016 per la colonna sonora di “The hateful eight”, un po’ troppo poco per un’artista del suo calibro, non credete?

Tra gli interventi degni di nota da segnalare anche quelli di Carlo Verdone, Giuseppe Tornatore e James Hetfield (da sempre i Metallica aprono i loro concerti con “The Ecstasy of gold”).

Ennio Morricone e Giuseppe Tornatore

In conclusione: “Ennio” è un documentario che trasuda emozioni forti e non tralascia nulla della lunga carriera di Morricone e in cui traspare il forte legame di amicizia che legava il maestro al regista Giuseppe Tornatore.

Chi ama la musica di Ennio Morricone e le colonne sonore non può e non deve perdersi questo film in sala, sarebbe un vero peccato non vederlo con il dolby surround delle sale sparato a tutto volume.


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