La notte dei morti viventi (1968)

LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI (1968)

Ieri sera ho avuto il piacere di partecipare alla prima giornata del “Bridge film festival” a Verona e l’occasione era troppo ghiotta per mancare. La serata prevedeva infatti una retrospettiva dedicata a George A. Romero e la proiezione sul grande schermo del cult restaurato in HD “La notte dei morti viventi”, in una bellissima e suggestiva location, il Bastione di San Bernardino.
Cosa si può dire di questo capolavoro? La trama spero che la conosciate tutti.

Barbra e il fratello Johnny si recano a far visita alla tomba della madre quando ad un certo punto Barbra viene aggredita da uno strano signore che, nonostante le movenze lente e impacciate, uccide Johnny. Barbra fugge per i campi e si nasconde in una casa abbandonata dove viene raggiunta da Ben. Grazie al suo sangue freddo Ben costruisce una barricata contro questi mostri.
Mentre la casa viene circondata tramite la radio e la tv scoprono che i morti tornano in vita per nutrirsi di altri uomini a causa di presunte radiazioni emanate da una sonda sperimentale di ritorno da Venere. Ben dovrà fare i conti anche con l’ostilità di Harry Cooper che si era nascosto con la famiglia e altre due persone nella cantina della casa. Ben, nonostante l’ostilità di Harry, combatte tutta la notte fino al tragico finale.
Il film, girato molto bene con una buona prova degli attori, è un crescendo di tensione e non sente per niente il peso della sua età, un film datato ma ancora attuale per il messaggio di fondo.
Nel corso degli anni sono state date molte interpretazioni a questo film, per alcuni è una metafora sulla guerra fredda con gli zombi inviati dai sovietici per sterminare gli americani. Per molti è un film che nasconde altre tematiche di attualità come la libertà di possedere armi e il razzismo, non a caso come protagonista è stato scelto un attore di colore (Duane Jones), cosa inusuale per quel periodo.


“La notte dei morti viventi” è stato il primo lungometraggio diretto da George A. Romero che in origine doveva intitolarsi “Night of the flesh eaters” poi cambiato perché simile al film di Jack Curtis del ’64 “The flesh eaters”.
Il film dal basso budget (poco più di 100000 dollari) fu girato con un cast di giovani attori sconosciuti, amici e un nutrito gruppo di comparse, dei normali cittadini selezionati nel paese dove sono state girate le riprese.
William Hinzman, che nella scena iniziale al cimitero, interpreta il primo zombi della storia del cinema apparso in un lungometraggio, ha lavorato con Romero anche in altri film, “La stagione della strega” (1972) e “La città verrà distrutta all’alba” (1973)
Visto il basso budget alcuni attori si occuparono anche di altro, ad esempio Karl Hardman (nel film Harry Cooper) si occupava anche del trucco. Inoltre, non disponendo di molti mezzi, si sono dovuti ingegnare nel trovare soluzioni alternative, ad esempio per il sangue fu usato del succo di frutti bosco misto a cioccolato.
Inizialmente Romero voleva girare il film a colori in 16 mm, ma dato il basso budget preferì girarlo in 35 mm in bianco e nero utilizzando i soldi avanzati per comprare altri metri di pellicola.
Il film alla sua uscita negli USA era stato vietato ai minori di 18 anni per le scene troppo truculente per l’epoca ma fu comunque un grande successo e incassò oltre il doppio di quello che è costato, arrivato in Italia nel 1971 fu uno dei maggiori successi della stagione.
Il film è un capolavoro immortale così come i successivi film di Romero appartenenti alla tetralogia dei morti viventi. Zombi (Dawn of the dead)” del 1978, “Il giorno degli zombi (Day of the dead)” del 1985 e “La terra dei morti viventi (Land of the dead)” del 2005.

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Pubblicato in origine su facebook il 14 settembre 2020