Talk to me (2022)

Articolo a cura di Dani IronFist

TALK TO ME (2022)

Danny e Michael Philippou sono due fratelli australiani noti per essere due famosi youtuber conosciuti con lo pseudonimo di “RackaRacka” (se siete curiosi potete visitare il loro canale youtube cliccando qui), sono saliti alla ribalta con il loro canale, canale che, grazie ad una serie di cortometraggi dedicati al genere comedy/horror, li ha portati a vincere uno Streamy awards e successivamente un AACTA Awards, oltre a vari riconoscimenti da parte di riviste come Variety arrivando ad esordire nel 2022 alla regia con “Talk to me”, prodotto dalla A24, è un’opera prima che sta riscuotendo enormi consensi di pubblico e critica.

Dal 29 settembre finalmente il film è arrivato anche da noi grazie a Midnight Factory e Plaion pictures, label da sempre attente a portare in Italia horror di qualità.

Il film racconta la storia di Mia che ha da poco perso la madre e ha un rapporto complicato con il padre. La ragazza trova conforto nella sua amica Jade e il fratellino di lei Riley, un rapporto molto stretto tant’è che viene spesso ospitata a casa loro.

Tra i loro coetanei si diffondono video che ritraggono un gioco, una sorta di seduta spiritica. Quando il loro amico Hayley propone a Mia di provare, la ragazza accetta con lo stupore di tutti di stringere la mano imbalsamata. Mia vivrà un’esperienza sconvolgente e sarà solo l’inizio di un vero e proprio incubo che devasterà tutti.

Sebbene si basi sui soliti cliché di storie familiari, il film spicca per una sceneggiatura devastante e un cast carismatico (guidato da Sophie Wilde) che rendono “Talk To Me” una storia di dolore terrificante e straziante capace, come nel mio caso, di lasciare lo spettatore inchiodato alla poltrona, Merito appunto di una sceneggiatura, scritta dai due fratelli, che funziona con il tutto incastrato alla perfezione e gli attori tutti in parte. Personalmente non giudico mai la prova degli attori attraverso un film visto con il doppiaggio in italiano (non vedo l’ora di avere tra le mani il Blu-ray per vederlo di nuovo in lingua originale) ma le espressioni che gli attori mettono in scena sono davvero eccezionali, soprattutto Sophie Wilde nel ruolo di Mia è davvero fantastica nel mettere in scena il dramma che sta vivendo.

Nonostante una durata di solo un’ora e mezza, “Talk To Me” dedica la maggior parte del primo atto a far conoscere allo spettatore la personalità dei personaggi e i legami tra di loro, in particolare il legame tra Mia e la famiglia di Jade. Questa è una mossa rischiosa per un film horror poiché nei primi 20 minuti può sembrare il classico teen movie ma che ripaga a palate quando gli avvenimenti prendono vita.

“Talk to Me” ha tutti gli elementi di un classico film horror ma riesce comunque a rimanere genuinamente imprevedibile, cruento e a volte quasi scioccante. Non perché si sforza di essere sadico, ma perché è diretto e montato in modo impeccabile. Il film sa alternare momenti più tranquilli e momenti in cui veniamo bombardati da immagini orribili, trovando il perfetto equilibrio tra spaventi, inquadrature lunghe e prolungate con  immagini quasi insopportabili e riesce in tutto questo senza l’uso di eccessivi jumpscare, giusto un paio ad inizio film.

C’è un senso di grande stile registico qui, in particolare nelle stesse scene di possessione. “Talk to Me” riesce nella difficile impresa di combinare l’arte visiva con effetti speciali spaventosi. Alcune sequenze particolarmente dinamiche combinati con astuti movimenti di macchina ti fanno guardare ogni angolo dello schermo, chiedendoti se c’è qualcosa che stai per vedere. Va dato sicuramente atto ai fratelli Philippou per aver messo su un film nel quale riesco a trovare pochissimi difetti, piccoli difetti che son concentrati nella primissima parte con alcuni dialoghi non proprio brillanti ma che comunque non intaccano il lavoro svolto.

C’è un sottile equilibrio in “Talk to me” tra la costruzione del personaggio e le paure, cosa rara nei film al giorno d’oggi. Ci prendiamo a cuore il personaggio di Mia, stiamo conoscendo le relazioni (presenti e segrete) e tutto si intreccia magnificamente e nel momento in cui la mano viene rivelata al pubblico e il film raggiunge livelli così intensi che riesce comunque a trovare quell’equilibrio senza mai spingersi troppo oltre.

Può risultare una visione “insolita” in quanto non viene fatto uso dei soliti cliché da fan service, non si fa affidamento sui jumpascare facili e fine a sé stessi, sono più momenti di shock e la tensione che si accumula e che trasuda dallo schermo e uno shock dopo l’altro non consentono allo spettatore annoiarsi, ci sono scene al suo interno che possono tranquillamente disturbare lo spettatore, soprattutto se siete persone sensibili. Risultato finale, sono rimasto dall’inizio alla fine con lo sguardo incollato verso lo schermo come se avessi afferrato la mano e le avessi chiesto di parlare anche con me.

Tutto questo è “Talk to me”, ennesimo colpo di genio della A24 che continua a produrre grandi film horror indipendenti e non solo, vi basti pensare a “Hereditary” e “Midsommar” di Ari Aster, “Ex Machina” e “Men” di Alex Garland, “Saint Maud” di Rose Glass e via dicendo.

“Talk to me” è un film che ti prende per mano e ti scuote dentro e quando parte non ti da un attimo di tregua fino ad arrivare ad un finale devastante.

Cheapau ai fratelli Danny e Michael Philippou che spiccano in una annata davvero fiacca per l’horror.

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