Attenberg (2010)

Articolo a cura di Dani Ironfist

ATTENBERG (2010)

Negli ultimi anni si fa un gran parlare del cinema greco, alcuni registi come Yorgos Lanthimos sono usciti alla ribalta grazie a film di grande qualità e con la capacità di raccontare la situazione socio/politica del loro paese con storie che in alcuni casi sgomentano e lasciano lo spettatore attonito, alcuni titoli come “Dogtooth” e “Miss Violence” sono lì a dimostrare questo.

E proprio “Attenberg” diretto dalla regista Athina Rachel Tsangari si unisce ai due film sopracitati in una sorta di trilogia bizzarra ma allo stesso tempo accattivante che riesce ad esplorare molti aspetti della condizione umana in modi molto interessanti.

“Attenberg” trae spunto proprio da “Dogtooth”, sia per lo stile che per le peculiarità nel raccontare la storia dei giovani protagonisti. Il parallelismo tra questi film è inequivocabile, ma non è assolutamente una cosa negativa.

“Attenberg” racconta la storia di formazione di Marina (Ariane Labed), una ragazza ventitreenne, il cui padre sta morendo di cancro, e che allo stesso tempo sta diventando lei stessa sessualmente curiosa. Mentre l’inevitabile morte del padre si avvicina, impara a conoscere il sesso opposto attraverso la sua migliore amica, Bella, e i documentari sulla natura di Sir David Attenborough che la porteranno a fare i conti con la vita e la morte. Emblematica da subito la sequenza iniziale in cui Bella (Evangelia Randou), la migliore amica di Marina, le insegna come baciare alla francese con Marina che si ritrae schifata dalla bava di Bella. Durante un viaggio triste all’ospedale con il padre morente, Marina inizia una relazione incerta ma tenera con un ingegnere in visita (Yorgos Lanthimos) che condivide con Marina il suo amore per la band elettropunk degli anni ’80 Suicide e la aiuta nelle sue scoperte.

Come nel film “Dogtooth” di Lanthimos, questa storia esplora un personaggio cresciuto al di fuori del mondo reale, ed è affascinante vederla alla sua età iniziare ad aprirsi alle possibilità del mondo che la circonda facendo, per la prima volta, l’esperienza di una relazione romantica.

Nonostante non venga raccontata come Marina abbia incontrato Bella, il modo in cui si sviluppa la loro relazione giocosa è coinvolgente e, in particolare, il tipo di rapporto tra le ragazze viene mostrato molto bene durante le loro brevi, ma molto particolari, passeggiate.

Considerando che questo film è scritto e diretto da Athina Rachel Tsangari, produttrice associata di “Dogtooth”, e che il regista Yorgos Lanthimos, interpreta l’ingegnere, non sorprende che “Attenberg” condivida lo stesso tipo di atmosfera. Pur non essendo divertente e assurdo come il film di Lanthimos, “Attenberg” dimostra comunque che un grande stile cinematografico, scene strane e dialoghi assurdi possono dar vita a una trama interessante.

Un film tutto da scoprire, così come tutta questa new wave greca che negli ultimi anni con i suoi autori è salita alla ribalta con un tipo di cinema socio/politico che mancava da molto tempo.

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