Insidious – La porta rossa (2023)

Articolo a cura di The Crystal lake Girl

Articolo a cura di The Crystal Lake Girl

INSIDIOUS – LA PORTA ROSSA (2023)

Finalmente si torna sul blog di Beyond the Horror. Stavolta per dire la mia su un’uscita freschissima.

 Il 5 luglio infatti è arrivato nelle sale l’ultimo capitolo della saga di Insidious, iniziata nel 2010 da James Wan, e che si è subito imposta come una delle migliori degli ultimi anni. I primi due capitoli, diretti da Wan sono degli ottimi prodotti, che poi, col terzo e il quarto, vanno in calando vagando per altri lidi.

 Sinceramente io non sono una fan accanita dell’intera saga, riconosco ovviamente il valore dei primi due capitoli,ma in questo caso, l’intrattenimento offerto dai capitoli 4 e 5 mi ha diverita molto di più. Si resta comunque in ambito “standard” da pubblico medio.

 E questa non vuole essere assolutamente un offesa per nessuno. Sia chiaro.

 Quinto e ultimo capitolo, lo ripeto, che dovrebbe chiudere tutto il cerchio, si ritorna infatti alle origini e alla famiglia Lambert.

Dopo che Josh e Dalton, hanno deciso di dimenticare tutto l’accaduto e l’altrove, la vita sembra essere tornata alla normalità. Dopo 9 anni però le cose non sono così rosee : la famiglia Lambert è ormai distrutta, così come lo sono i rapporti tra Dalton e Josh. L’uomo decide di provare a riallacciare i rapporti col figlio, ma qualcosa lo blocca, qualcosa che resta nella nebbia della sua mente.

 Dal canto suo Dalton, che ora va al college, inizia ad avere strane visioni e incubi che sembrano molto reali. Purtroppo L’altrove non può essere dimenticato. Quindi toccherà di nuovo fare i conti coi demoni.

 Questo il resoconto della trama, molto stringato e senza spoiler.

Patrick Wilson, che stavolta dirige anche la pellicola, crea un mix che si amalgama bene anche coi capitoli che non riguardano strettamente il caso Lambert. E a mio avviso ci azzecca, anche se magari non arriva ad alti livelli. Cosa che, personalmente, mi va benissimo.

 La tensione non è altissima, ma c’è quel pizzico di inquietudine che basta.

Anche perché è tutto abbastanza prevedibile ormai, anche i jumpscare, che sono comunque dosati in modo più che giusto per il prodotto offerto.

 Il finale che probabilmente non ci si spettava, molto più semplice, senza troppi giri, ma che credo sia stata la scelta migliore tutto sommato.

 Patrick Wilson vola basso insomma, senza mettersi a fare inutili esercizi di stile, che in fondo non servirebbero comunque.  Il risultato però è convincente in fondo, e si arriva in alla fine senza noia né senza troppe pretese. Insomma, forse questo film non serviva, ma non ha rovinato nulla né ha aggiunto carne al fuoco però.

Divertitevi il giusto senza farvi troppe pretese insomma. E il risultato sarà soddisfacente.


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