Virus: 32 (2022)

Articolo a cura di Dani Ironfist

VIRUS: 32 (2022)

In tempi odierni non è per niente facile realizzare un film con zombi/infetti senza risultare banali e scontati. Senza andare oltre, dal 1969, anno in cui uscì “La notte dei morti viventi di George A. Romero, di zombi movie ne sono usciti a centinaia da tutto il mondo e di svariato tipo.

Da diversi anni, le persone infette frenetiche hanno dominato in svariati film sugli zombi, che hanno ricevuto un aumento di popolarità, in particolare con “28 giorni dopo” di Danny Boyle. Anche il regista uruguaiano Gustavo Hernández si affida a quelle specie di zombi che sono più interessate agli sfoghi violenti che alla carne umana,

Siamo a Montevideo: la giovane madre Iris lavora come guardia notturna in un club sportivo e ha dovuto portare con sé la figlia Tata di otto anni durante un turno di notte. All’improvviso una persona entra nell’edificio senza permesso, Iris pensa a una spiacevole coincidenza, ma ben presto i vasti locali dello sporting vengono assediati da un folto gruppo di persone infette da un non precisato virus che rende le persone iperviolente.

Si tratta infatti di zombie meno classici, in linea con le recenti produzioni zombesche.. L’origine della malattia rimane del tutto sconosciuta, così come il motivo per cui alcuni vengono infettati e altri vengono completamente risparmiati. L’unica caratteristica evidente è il fatto che le persone colpite cadono in una sorta di stato di trance per quasi 32 secondi dopo un attacco di frenesia, il che spiega anche il titolo della pellicola.

“Virus: 32” è un film fantastico per molti motivi. Da un lato, è cupo e tiene in tensione, raccontando la sua storia di infezione con frenesia. Dall’altro, la difficile situazione di sopravvivenza di Iris e Tata e il modo in cui quest’ultima si rende conto che deve intensificare il rapporto umano e proteggere sua figlia, ed è qui che il film raggiunge vette più interessanti. La coppia di attori è eccellente e la scrittura dei personaggi finalmente riesce ad approfondirne la psicologia e le caratteristiche umane, questa è una lacuna che spesso manca negli horror odierni.

“Virus: 32” è un concentrato di tensione che riesce a tenere lo spettatore con il fiato sospeso per gran parte del film. Un’emozionante sequenza di nascondino e pedinamento, molte corse frenetiche per sopravvivere, un’immensa sequenza in piscina e il finale mozzafiato sono solo alcuni dei momenti più riusciti del film il tutto arricchito da un’atmosfera lugubre creata da alcune inquadrature e angolazioni davvero ben realizzate ed effetti speciali notevoli curati da Sofia Sellanes.

Gustavo Hernandez non abusa degli jumpscares che sono comunque presenti qua e là, ma non in maniera eccessiva. È come se il regista si fosse rifiutato di prendere la via più facile, è anche per questo motivo che ho molto apprezzato questo film.

Gustavo Hernandez ha una visione creativa e divertente del cinema horror e riversa tutta la sua visione cinematografica in questo sorprendente lungometraggio che dà finalmente nuova vita ad un sottogenere che ormai stava per andare alla deriva e che farà sicuramente la gioia di tutti gli appassionati degli zombi movies. Una produzione sudamericana a basso costo e con un piccolo manipolo di attori, tutto ciò risulta davvero sorprendente nella sua riuscita.

“Virus: 32” è uno spettacolo horror, violento e claustrofobico che trovate sul canale Prime video della Midnight Factory.


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