Santa Maud (2021)

Articolo a cura di Frina

SANTA MAUD (2019)

“Vede retro Dio!”

“Santa Maud” è un horror psicologico scritto e diretto dalla regista britannica Rose Glass nel 2019 e disponibile in Italia per l’acquisto/noleggio su Prime video e Sky Primafila.

Horror d’autore nel vero senso della parola con il quale Rose Glass ci racconta una storia intrisa di mistero, inquietudine e per certi versi di possessione, la cosa che lo fa distinguere da altri film a tema non è il demonio che entra nel corpo della sua vittima ma è Dio.

Maud (interpretata da Morfydd Clark) è una giovane infermiera di fede cattolica, caratterizzata da un fortissimo fervore religioso. Non lavorando più in ospedale Maud si prende cura dei suoi pazienti in degenza privata, quando Maud prenderà le cure di Amanda (Jennifer Heie), malata terminale, delle forze sinistre riemergono dal suo passato.

In questo film viene esplorato da un altro punto divista il tema della fede religiosa e dei disturbi mentali. Come nella maggior parte (o nella totalità?) delle possessioni demoniache siamo in presenza di una qualche forma di malattia psichiatrica, anche in molti casi di fanatismo religioso abbiamo una situazione mentale perlomeno problematica. Alcune persone, a causa di un’interpretazione distorta della realtà e della religione, possono arrivare commettere azioni che provocano danni per gli altri e a sé stessi.

Un altro tema a venire toccato dal film è la solitudine e l’abbandono in cui spesso si trovano coloro che attraversano momenti di difficoltà e disagio mentale. Spesso anche chi vive a stretto contatto con loro non si accorge, o fa finta di non accorgersi, che qualcosa non va. Chi ha problemi non viene quindi aiutato e finisce per compiere azioni sconsiderate con conseguenze gravi per sé e per gli altri. Spesso si fa finta di non vedere e si risolve la questione semplicemente allontanandole ed emarginandone

Molto brava Morfydd Clark a interpretare il personaggio di Maud dandogli il giusto mix di ingenuità da ragazzina inesperta del mondo (perché emarginata o incapace di interagire) e di malcelata follia. In alcuni momenti potremmo essere portati a pensare che ci sai una reale presenza sovrannaturale ma in realtà come le ricorda spesso la sua paziente Amanda, non c’è niente, sono solo loro con i loro problemi concreti e umani

Quello che potrebbe sembrare uno dei soliti film di possessione si può rivelare uno spunto di riflessione su sovrannaturale, fanatismi religiosi e salute mentale e quello che può provocare l’esclusione sociale e l’isolamento a persone già di per sé fragili.

Rose Glass oltre ad aver curato la sceneggiatura mette in scena un film con una stesura narrativa lineare senza incorrere in colpi di scena e jumpscare ma riuscendo a far salire la tensione in crescendo fino ad arrivare al meraviglioso finale, complice di tutto questo anche una meravigliosa fotografia cupa e lugubre che riesce a donare al film una atmosfera ansiogena.

Veramente un gran debutto questo di Rose Glass a dimostrazione che il cinema horror di qualità arriva in gran parte dall’Europa, vale davvero la pena spendere qualche euro per vedere questa meravigliosa opera, tra gli horror più belli usciti in tempi recenti.


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