The Complex Forms (2024)

Articolo a cura di Dani Ironfist

THE COMPLEX FORMS (2024)

Fin dalla prima inquadratura, il debutto alla regia in un lungometraggio di Fabio D’Orta riuscirà a conquistarvi. Si potrebbe chiudere qui la recensione e lasciarvi andare alla scoperta di questo gioiello tutto italiano, piccolo ma anche grande, perché nel corso del 2024 è diventato un piccolo fenomeno facendo incetta di premi in tutti i migliori festival horror e fantascienza in giro per il mondo dal Trieste Science+Fiction Festival fino al Sidney Science Fiction Film Festival in Australia.

Grazie all’ Extra Scifi Festival Verona abbiamo avuto anche noi l’occasione di vederlo sul grande schermo e non potevamo esimerci dal parlarne perché questo è veramente un film grandioso che ci ha letteralmente estasiati.

In un’antica villa sono ospiti diverse persone disperate che hanno l’opportunità di risolvere i loro problemi economici vendendo il loro corpo a un’entità misteriosa in cambio di denaro. Quando enormi creature secolari emergono dai boschi profondi che circondano la villa, una serie di strani e sinistri eventi spinge tre degli ospiti a unirsi per tentare una fuga disperata.

Con “The Complex Forms” siamo di fronte ad un certo tipo di horror metafisico che si apre con una lunga panoramica su un’auto in fiamme, con in sottofondo un audace pezzo classico, che lentamente si capovolge di 180 gradi fino a quando l’inquadratura non è completamente invertita. Il film si apre così, con una sequenza spettacolare dalla quale si nota da subito la meravigliosa fotografia. Il film, girato interamente in bianco e nero, è un vero capolavoro a livello scenografico, le creature sono spaventose e inquietanti mentre la storia, sebbene apparentemente sia narrativamente semplice, ha un significato più profondo che si rivela soprattutto nel finale e che è difficile da cogliere con una sola visione. Il film fa riflettere su cosa sia veramente importante nelle nostre vite, le cose più importante che abbiamo sono la libertà e il tempo e troppo spesso le scambiamo con leggerezza con cose materiali ma questo non ci porterà alla felicità.

“The Complex Forms”, nonostante la sua breve durata, riesce a mettere a segno un sacco di idee e scene meravigliose nel corso dei 74 minuti circa. C’è ad esempio la splendida e suntuosa villa ripresa con un malinconico chiaroscuro che regala un grande piacere visivo ed è forse questo il punto più soddisfacente del film, il suo stile visivo, anche quando le creature faranno la loro comparsa il livello è molto alto. Questa cosa è incredibile se pensiamo che Fabio D’Orta è l’autore di tutto quello che vediamo sullo schermo, montaggio, direttore della fotografia, scenografie ed effetti speciali.

Ogni inquadratura sorprende per la sua qualità non solo nel contrasto tra colore e illuminazione ma il modo di inquadrare e creare composizioni di Fabio D’Orta porta alla memoria molte soluzioni tanto care a Stanley Kubrick.

Il film ha avuto una gestione preproduzione un po’ travagliata all’inizio del 2020 a causa della pandemia che ha fatto slittare le ultime riprese alla fine del primo lockdown. Prima di questo film Fabio D’Orta si era dedicato alla regia di spot pubblicitari e videoclip per artisti italiani.

Nonostante sia un film italiano low budget non ce ne accorgiamo neanche perché ha dalla sua uno stile molto europeo che dà l’impressione che il film sia girato con molti più mezzi di quanti in realtà abbaia avuto o disposizione.

Un piccolo gioiello tutto italiano assolutamente da scoprire che ha vinto anche il premio del pubblico al festival veronese!

Di seguito il trailer del film:

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