L’angelo dei muri (2022)

Articolo a cura di Frina

L’ANGELO DEI MURI (2022)

“L’angelo dei muri” è un thriller drammatico del 2022 di Lorenzo Bianchini, regista e sceneggiatore friulano che mi aveva colpito con il precedente “Across the river – Oltre il guado” del 2013, un film che rielaborava con uno stile del tutto personale archetipi Lovecraftiani e Fulciani. Una vera perla.

In questo film Lorenzo Bianchini ci racconta la storia di un anziano di nome Pietro (Pierre Richard) che viene sfrattato dalla casa dove ha vissuto per la maggior parte della sua vita ma non la vuole lasciare. Si crea quindi un nascondiglio costruendo una doppia parete in fondo a un corridoio. Deve quindi riuscire a non farsi scoprire dagli agenti immobiliari e dai potenziali nuovi inquilini per non dover abbandonare la casa.

La vecchia casa non aiuta a non fare rumore ed è sicuro uscire solo la notte quando non si rischia di fare incontri indesiderati.

A un certo punto arrivano le nuove inquiline, una mamma con la sua bambina Sanya che, pur avendo una malattia gli occhi che la sta rendendo cieca, viene lasciata spesso a casa da sola. La piccola Sanya è l’unica ad accorgersi della presenza di Pietro e, nella sua fantasia di bambina, è convinta che si stratti di un essere magico e soprannaturale che vive all’interno dei muri. Un essere buono che lei soprannomina “L’angelo dei muri”.

Fino a qui tutto appare molto semplice e lineare ma non tutto è come appare. Apparentemente i problemi che affliggono Pietro sembrano essere principalmente pratici ed economici ma in realtà la sua afflizione più grande deriva dal passato e dai sensi di colpa per gli errori commessi. Molto probabilmente il vero motivo per cui l’uomo non vuole lasciare quella casa sono i ricordi del passato che coinvolgono persone per lui importanti che non è pronto a lasciar andare. Sono ricordi dolorosi ma il dolore e il senso di colpa sono le uniche cose che gli rimangono di loro e, per questo, non è mai riuscito ad andare oltre e ad andare realmente avanti con la propria vita.

La casa stessa è diventata un ambiente ostile, tutt’altro che accogliente. Percepiamo tutto il disagio vissuto da Pietro all’interno del nascondiglio e la paura di essere scoperto quando si arrischia a uscire all’esterno. La casa sembra quasi non essere nemmeno in grado di proteggere i propri abitanti dall’ambiente esterno con il vento e le intemperie che si ostinano a irrompere attraverso le finestre. È una cosa fine a sé stessa o una metafora dell’incapacità di Pietro di proteggere le persone che ama?

Per dare una risposta a questa domanda noi consigliamo di guardare il film. Sicuramente non leggero dal punto di vista emotivo ma molto interessante.

Tutto questo è “L’angelo dei muri” un film che trasuda tanto amore per il cinema da parte del suo autore, un’opera che conferma tutto il potenziale talentuoso del regista di Udine, perché questo è un film che ti entra nel cuore e ti scuote dal profondo. Spero che tutti quelli che si dichiarano cinefili prendano in considerazione quest’opera perché Lorenzo Bianchini si merita tutta l’attenzione possibile da parte di pubblico e addetti ai lavori.

Il miglior film italiano del 2022.


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