Cinque film sudcoreani da non perdere

Articolo a cura di Dani IronFist

In concomitanza con la distribuzione nelle nostre sale del nuovo film di Park Chan-wook (“Decision to leave”), con questo articolo vi consigliamo cinque thriller coreani assolutamente da non perdere.

Pronti? Via!

BITTERSWEET LIFE (2005)

“Bittersweet life” è un thriller di vendetta sull’onore e la tragedia caratterizzato principalmente per la straordinaria prova dell’attore Lee Byung-hun.

Kim, il braccio destro del boss Kang, è un sicario silenzioso ma brutale. Kang sospetta che la sua nuova ragazza lo tradisca, affida a Kim il compito di sorvegliarla mentre è via per un viaggio di affari e di uccidere ogni amante che scoprirà. Kim però quando scoprirà il tradimento non ucciderà gli amanti ma si invaghirà della ragazza del boss. Questa decisione scatenerà l’ira del boss e inizierà una serie di scontri violenti e senza esclusione di colpi tra Kim e Kang che porteranno a un finale meraviglioso.

Kim Ji-woon gira un noir/thriller incredibile e dal buon ritmo trovando anche il modo di rendere la violenza poetica e profonda in un’escalation che lascia esterrefatti.

“Bittersweer life”, il quarto film di Kim Ji-woon, e il bellissimo horror “Two sisters” sono i due film che lo hanno reso uno degli autori più moderni e raffinati della Corea. Un regista virtuoso dei generi, e con “Bittersweet life” dimostra che è possibile girare un grande film anche basandosi su trama lineare. Riesce a raccontare una storia che colpisce nel centro rendendo questo film uno dei migliori noir/thriller degli anni 2000.

Il film è uscito in Italia direttamente in home video.


I SAW THE DEVIL (2010)

Altro giro altra corsa e rimaniamo nella filmografia di Kim Ji-woon con quello che ritengo il suo capolavoro.

“I Saw the devil” si ricollega per certi versi alla trilogia della vendetta di Park Chan-wook la quale, grazie al successo ottenuto, ha portato il tema della vendetta a essere il preferito degli autori sudcoreani.

La storia raccontata nel film inizia con una donna di nome di Ju-yeon che si trova sul ciglio della strada con l’auto in panne. Un uomo si avvicina per aiutarla ma lei rifiuta. Pochi istanti dopo l’uomo, interpretato da Choi Min-sik (divenuto celebre per aver interpretato in precedenza il protagonista di “Oldboy”), sfonda il parabrezza dell’auto rapisce la ragazza e la uccide facendola a pezzi scatenando l’ira del suo fidanzato che si vendicherà tormentandolo con una violenza inaudita.

Sebbene in gran parte programmato nel circuito dei festival horror, “I Saw the Devil” si discosta molto da certe tematiche con la sua integrazione di spionaggio in stile guardie e ladri e un emozionante combattimento corpo a corpo, mentre i due uomini si affrontano ripetutamente. Un capolavoro che lascia senza fiato e assolutamente da non perdere, per tecnica, regia e una fotografia sporca che ci fa addentrare nelle vicende dei due protagonisti. Il film, purtroppo, in Italia è ancora inedito.


MEMORIES OF MURDER (2003)

Bong Joon-ho è salito alla ribalta in tempi recenti grazie a “Parasite” ma forse non tutti conoscono la meravigliosa filmografia di questo grande autore.

“Memories of murder” (conosciuto anche come “Memorie di un assassino”) è un giallo/thriller in cui viene raccontata la storia di una serie di omicidi che avvengono nel villaggio della provincia di Gyunggi. Due investigatori si fanno carico del caso, ma le indagini risultano più complicate del previsto.

Bong Joon-ho mira a rafforzare la suspense filmando alcune scene pre-omicidio dal punto di vista delle vittime con un montaggio che riesce a tenere alta la tensione e con un finale che segna il miglior risultato narrativo mai realizzato nella carriera di Bong Joon-ho.

Un film che lascia il segno grazie anche alla splendida interpretazione di Song Kang-ho.

Il film è disponibile su Sky cinema e sulla piattaforma streaming Now tv.


NIDO DI VIPERE (2020)

Kim Yong-hoon, classe 1981, è un giovane regista coreano che si è fatto conoscere negli ultimi anni proprio grazie a questo sorprendente pulp/noir dalle tinte thriller uscito in Italia lo scorso anno.

Il film racconta la storia delle difficili esistenze di un gruppo di persone tra loro sconosciute, ma legate dal destino, e da una borsa piena zeppa di denaro, che a ognuno di loro occorre per motivi differenti.

Al centro di questo film c’è appunto una borsa piena di denaro che fa da motore agli eventi narrati con una escalation che ricorda molto da vicino l’eccesso di Quentin Tarantino nel suo celebre cult “Pulp fiction” ma c’è molto anche dei fratelli Coen in questa pellicola.

I cliché del genere abbondano e troviamo così, tra i vari personaggi, il gangster loquace, la sgualdrina con un cuore, l’inarrestabile scagnozzo silenzioso. Ma Kim Yong-hoon gioca con loro (e con noi) mentre, di tanto in tanto, tira fuori inquadrature coreografate e montaggi ingegnosi in scene in cui dimostra quanto sia un regista esperto.

“Nido di vipere” è una commedia noir con grandi interpretazioni che sono del tutto in linea con l’etica del film. Si tratta di un manipolo di attori posizionati come pedine degli scacchi in uno scenario strettamente costruito e guidato da una storyboard alla Hitchcock.

Il film è disponibile in home video e sulle piattaforme streaming Prime video e Apple tv.


STOKER (2013)

In attesa della visione di “Decision to leave”, che vi ricordiamo è in sala in questi giorni, non poteva mancare tra i consigli il grande maestro Park Chan-wook.

Per questa occasione abbiamo scelto il suo film che rappresenta l’unica intrusione nel cinema americano, ovvero “Stoker”, interpretato da Nicole Kidman e Matthew Goode.

Il mondo di India Stoker va in frantumi quando il padre muore in un incidente d’auto. L’improvviso arrivo di suo zio Charlie di cui non conosceva l’esistenza sconvolgerà la sua vita.

“Stoker” ,il primo film in lingua inglese dell’autore di “Oldboy”, contiene molti cenni alle opere di Alfred Hitchcock. Il sesso e la violenza, e persino l’incesto, hanno un posto curiosamente significativo nelle opere di Park Chan-wook, che sembra dedicarsi a progetti troppo radicali o audaci per la sensibilità di Hollywood. È strano, quindi, che Park abbia in qualche modo portato il suo lavoro completamente unico e viscerale negli Stati Uniti nel 2013.

Insieme al montatore Nicolas De Toth, Park Chan-wook crea intere sequenze che vanno avanti e indietro tra India e Charlie per implicare la loro connessione e relazione ma con modalità che ricordano film di David Lynch.

Un altro grande tassello nella filmografia di questo eccezionale autore sudcoreano. Park Chan-wook senza ombra di dubbio fa parte di quella cerchia di registi che ritengo impossibilitati a fare film brutti, persone che vivono di cinema al 100%.

Il film è disponibile in home video e sulle piattaforme streaming Prime video e Apple tv.


Conclusioni:

Il cinema orientale e in particolare quello coreano negli ultimi 20 anni ha segnato un enorme salto di qualità sfornando centinaia di titoli di cui purtroppo la stragrande maggioranza non ha una distribuzione nel nostro paese. Molti film sono delle vere e proprie opere d’arte anche perché non si danno limiti nel raccontare, attraverso i film, tutto il male della società. Questa cosa nel cinema occidentale, ormai si è persa, soprattutto negli Usa.

Sono lontani i tempi dei vari Carpenter, Romero ecc… ma possiamo riviverli grazie a questi grandi autori.

Siamo arrivati alla fine e spero che questo articolo sia stato di vostro gradimento, ora attendo con pazienza l’8 febbraio per la proiezione di “Decision to leave”, uno dei film più attesi dell’anno per il sottoscritto e di cui vi parlerò prossimamente.


In questo sito tutto quello che riguarda il cinema e le serie tv è scritto e raccontato con professionalità e tanta passione. Se ti piace il nostro modo di fare clicca sul banner e unisciti agli amici di Beyond the horror.