The other side (2020)

Articolo a cura di The Crystal lake girl

THE OTHER SIDE (2020)

Bazzicando tra le novità di Sky cinema mi sono imbattuta in questo film scandinavo, paranormale, basato su fatti realmente accaduti.

 OK mi dico, l’ultima frase è sempre un po’ un elemento che fa storcere il naso, ma ehi! È un film scandinavo, quindi sicuramente non mi deluderà.

“The other side” è il primo lungometraggio di Tord Danielsson e Oskar Mellander. Il film è del 2020, ma è arrivato quest’anno in Italia a giugno (nei cinema). E si basa sulla storia di una famiglia svedese che si è trovata a dover affrontare qualcosa di sconosciuto.

E purtroppo è la fiera del cliché di ogni film a tema paranormale / case infestate da “cosi”.

Ma direi che è il caso di dare un cenno alla trama : Una famiglia composta da padre, figlio e nuova compagna si stabilisce in una bifamiliare. L’altra casa è disabitata.

 Già dall’inizio il bimbo sente che qualcosa non va, e, quando al padre viene offerto un lavoro lontano da casa inizieranno i guai. Il piccolo Lucas resta solo con la matrigna, che dovrà affrontare qualcosa di non umano che si nasconde nella villetta adiacente e vuole Lucas.

Dicevamo, la fiera dei cliché. Ed è così. Si capisce già tutto dall’inizio, i jumpscare sono minimi e il finale è inesistente. Non c’è nessun tipo di battaglia col demone, una cosa che mi ha lasciata alquanto basita. Tutto si conclude in maniera molto soft.

 Ci sono momenti inquietanti, questo è da dire. Il film è ben girato e c’è una giusta dose di cgi per quanto riguarda i momenti col demone. Forse anche troppo poca per un prodotto fotocopia dei film americani.

 Pare quasi che si abbia avuti paura di osare.

 E invece c’è una buona regia, una bella fotografia e anche la recitazione vale. Il bambino, c’è da dire, lo cambierei volentieri con quello antipatico di “Babadook”. Anche la psicologia dei personaggi è ben portata, soprattutto il fatto che la matrigna si trova a dover difendere un bambino che non è suo, ma che scoprirà di amare come se lo fosse. Il fattore psicologico è anch’esso ben portato.

Ma purtroppo questo non basta e il film risulta sì, sufficiente, ma troppo in linea col già trito e ritrito.


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