Violation (2021)

Articolo a cura di Martin Quatermass

VIOLATION (2021)

I film di vendetta hanno un’enorme popolarità. Tutti abbiamo visto la vittima punire l’estraneo malvagio che si aggira nell’oscurità. Ma come ci si sente al di fuori della fantasia, quando la vendetta è cruda, reale e contro qualcuno a cui hai voluto bene?

“Violation” vuole rispondere a questa domanda mettendoci al centro di un’unità familiare in dissoluzione. Miriam (Madeleine Sims-Fewer) e suo marito Caleb (Obi Abili) sono sull’orlo del divorzio; lo vediamo dal loro linguaggio del corpo e dalle parole che non si scambiano mentre si recano a casa della sorella di Miriam, Greta. Greta (Anna Maguire) e suo marito Dylan (Jesse LaVercombe) sembrano essere l’opposto di Miriam e Caleb, pienamente innamorati l’uno dell’altra e lo dimostrano a tutti. Mentre osserviamo le due coppie interagire, la complessità delle loro relazioni diventa evidente. Quando Miriam abbassa la guardia, viene commesso un atto imperdonabile.

“Violation” non ha la violenza sopra le righe di “Revenge” di Coralie Fargeat o la commedia dark di “Promising Young Woman” di Emerald Fennell, altre due versioni uniche e moderne su questo tema. Invece, la storia di Madeleine Sims-Fewer e Dusty Mancinelli punta tutto sull’atmosfera, il terrore strisciante e la presentazione degli eventi in ordine sparso, costringendo lo spettatore a giudicare l’incastro delle scene in base allo stato emotivo di Miriam.

Il genere “rape-revenge” spesso sfrutta la figura delle donne, indipendentemente dalla loro vittoria finale. L’atto criminale e la successiva vendetta sono mostrati con dettagli ugualmente luridi, spesso compromettendo la forza e l’integrità della storia. “Violation” ribalta le carte in tavola e acceca il “male gaze”, soffermandosi invece sulla nudità maschile integrale, consentendo allo spettatore di confrontarsi e comparare le proprie reazioni con ciò che è comunemente visto con le donne all’interno del genere.

Miriam non è mai solo un prodotto di ciò che le accade. È cruda, silenziosamente brutale e trasgressiva per tutto il film. La storia è in qualche modo non lineare, quindi allo shock della violenza si aggiunge un senso di confusione. Il piano di Miriam è ben congegnato e ben eseguito, anche se vediamo il tributo emotivo e fisico che comporta per la sua persona e la vediamo trasformarsi a causa di ciò.

Il controllo che Madeleine Sims-Fewer ha sulla narrazione di questo film è una parte importante di ciò che impedisce alla pellicola di sembrare un’opera di exploitation. L’attrice interpreta Miriam nel modo più umano possibile, esponendo al pubblico il suo trauma e lasciandoci credere che la sua azione vendicativa sia davvero l’unica cosa che crede di poter fare. L’attrice co-dirige l’aggressione del suo stesso personaggio in scomodi primi piani, costringendoci a vederla come un atto oggettivamente orribile attraverso il sound design e l’interazione con il suo abusatore.

Non ci sono cattivi comicamente violenti in questo film; ci sono solo esseri umani che agiscono come farebbero gli esseri umani, rendendo la storia molto più profonda. Il film è emotivamente brutale prima di diventarlo fisicamente; laddove l’aggressione è accennata e mostrata in silenzio, non ci viene lasciata altra scelta se non quella di vivere le devastanti conseguenze, quando Miriam viene manipolata e non creduta. Anche la stessa vendetta è tranquilla, fuggendo da una catarsi esplosiva e, proprio come nell’eccellente “I Saw the Devil”, per Miriam la catarsi che ottiene non sembra mai abbastanza.

La tranquillità di questo film si presta a una realtà scomoda: la violenza sessuale e l’abuso emotivo spesso non sono perpetrati da figure oscure e malvagie, ma piuttosto da persone vicine alle vittime che credono di prendersi ciò che meritano. “Violation” non cerca di affrontare questo tema con una pesante allegoria, ma piuttosto Sims-Fewer e Mancinelli ci presentano un microcosmo del mondo in cui viviamo: un mondo in cui il dolore, la brutalità e la violenza sono spesso più vicini a casa di quanto si possa credere.

Nei momenti finali, ci chiediamo cosa sarebbe potuto andare diversamente, chi avrebbe potuto evitare tutto questo con il suo intervento, come Miriam si riprenderà dagli eventi traumatici della storia. Forse non lo sapremo mai

“Violation” è un film emotivamente devastante e difficile da vedere, e non lo consiglierò mai abbastanza. Il debutto di Sims-Fewer e Mancinelli provocherà sicuramente discussioni e solleverà domande, ma non c’è dubbio che si presenti in un modo che non ho mai visto prima: onestà emotiva, tensione interpersonale, crudeltà e vulnerabilità umane messe a nudo. Se vi trovate nello spazio emotivo giusto, questo film è uno dei migliori del 2021 e si colloca facilmente tra le migliori uscite di Shudder. Guardatelo, se potete.

Di seguito il trailer internazionale del film:


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